Siamo esseri sociali, e ci capita molto spesso di avere a che fare con altre persone, volenti o nolenti. Così come parliamo tra noi e noi con il dialogo interno, facciamo anche con l’altr*, spostando fuori da noi le linee di transazione, e ricevendo risposte, esplicite e implicite.

In questo articolo vediamo come l’Analisi Transazionale parla di comunicazione, facciamo un po’ di nomi, e capiamo perché in alcune conversazioni stiamo bene e in altre… beh, forse un pochino meno.

Se non l’hai già fatto, ti consiglio di dare un’occhiata a questo articolo (Il primo passo per comunicare bene è ascoltarsi) prima di proseguire la lettura, ti aiuterà nella comprensione.

Come comunichiamo: Le transazioni

Come funziona la comunicazione

La comunicazione è composta da transazioni (cioè scambi di messaggi tra individui) e si disegna mettendo due GAB affiancati e usando le frecce per indicare la direzione delle transazioni: lo stimolo e la risposta.
Una nota: per brevità durante la spiegazione ometterò la dicitura Stato dell’Io davanti a ogni Stato

Alcuni esempi di transazioni disegnate nel GAB

(poi le vediamo eh)

transazione complementare
complementare o parallela
transazione incrociata
incrociata
transazione ulteriore
ulteriore

Transazioni complementari

  • “Che ore sono?”
    “Le tre”
(Adulto – Adulto)
due GAB affiancati dal primo A parte una freccia in direzione del secondo A e dal secondo A parte una freccia in direzione del primo A Le frecce sono parallele

Nelle transazioni complementari le due frecce che rappresentano la comunicazione non si incrociano.

La sensazione che producono tra i due interlocutori è di relativa serenità: ognuno risponde esattamente come ci si aspetta, non ci sono sorprese: la risposta viene dallo Stato dell’Io interpellato da chi inizia la transazione.

Queste sono tutte transazioni complementari, da diversi stati dell’Io:

  • “Quel report ha di nuovo l’intestazione sbagliata!”
    “Eh, sì, mi sono dimenticato di nuovo”
    (Genitore – Bambino, Bambino – Genitore)
  • “Visto che non c’è Luca mangiamo alla scrivania?”
    “Vai, io porto i cioccolatini”
    (Bambino – Bambino)

Prima regola della comunicazione

Secondo la prima regola della comunicazione dell’Analisi Transazionale, le transazioni complementari continuano indefinitamente finché uno dei due non cambia Stato dell’Io.

Il fatto che la comunicazione possa procedere indefinitamente non vuol dire che sia una comunicazione buona o efficace, non c’è alcun giudizio. Semplicemente continua a procedere. In questa analisi ancora non stiamo entrando nel contenuto, stiamo solo guardando la forma, non sappiamo cosa succede nella sostanza.

Transazioni incrociate

  • “Che ore sono?”
    “È ora di lavorare!”
(stimolo: Adulto-Adulto, risposta: Genitore-Bambino)
due GAB, una freccia che da A di quello di sx va verso A di quello di dx una freccia che da G di quello di dx va verso B di quello di sx. Le frecce si incrociano

Nelle transazioni incrociate le due frecce, beh: si incrociano.

Queste transazioni sono diverse perché la risposta viene da uno SdI diverso da quello stimolato. Nell’esempio sopra la domanda veniva posta all’Adulto e la risposta invece arriva dal Genitore (pure severo, in questo caso).

La sensazione che si prova va dal leggero disagio alla grande arrabbiatura.

Qualche altro esempio:

  • “Quel report ha di nuovo l’intestazione sbagliata!”
    “Ha ragione, mi sto scrivendo un promemoria così appena rientro sistemo immediatamente”
    (Genitore – Bambino, Adulto – Adulto)
  • “Visto che non c’è Luca mangiamo alla scrivania?”
    “Sì, per poi sporcare dappertutto, dai!”
    (Bambino – Bambino, Genitore – Bambino)

Seconda regola della comunicazione

La seconda regola della comunicazione dice che in questo caso nella comunicazione avviene un’interruzione e la comunicazione si interrompe (quel disagio di cui parlavo sopra è segno di un’interruzione nella comunicazione).

Per ristabilire la comunicazione è necessario che uno dei due cambi Stato dell’Io da cui comunica (se c’è volontà, ovviamente).

La risposta al “è ora di lavorare” della transazione di prima poteva essere:

  • “Oh, come sei serio!” (B-G, la comunicazione ritorna complementare)

Transazioni ulteriori

L* cliente che ci dice:

“Tanto tu ci metti 5 minuti, no?”

(Adulto-Adulto a livello sociale, Genitore – Bambino a livello psicologico)
due GAB, con due frecce parallele come nella prima immagine tra A e A, e altre due frecce tratteggiate, tra G a sx verso B a dx e viceversa

Questa è una transazione ulteriore. A livello verbale (linea continua) c’è un messaggio, mentre un altro passa a livello non verbale, nascosto (la linea tratteggiata)

Apparentemente (verbalmente) la comunicazione è tra Stati dell’Io Adulto e Adulto, ma c’è un messaggio nascosto molto potente, in questo caso una svalutazione, da Genitore a Bambino (“ci metterai poco, quindi vale poco”, o qualcosa di simile)

Altri esempi:

  • “Come puoi evitare di arrivare anche domani con l’intestazione sbagliata?”
    [A livello verbale è una transazione Adulto-Adulto, mentre il messaggio psicologico che passa è Genitore-Bambino: esiste una soluzione, troviamola”]
    Possibile risposta (dal Bambino, che cerca un modo non doloroso per migliorare): “Posso chiedere a Lucia di spiegarmi come si fa a cambiarla”
  • “Come stai bene con questo vestito!”
    “Anche tu, sei sempre così originale
    [Il messaggio verbale è una transazione Adulto-Adulto , il messaggio nascosto invece potrebbe essere Genitore-Bambino: “sei vestita come sempre nel modo sbagliato rispetto al contesto”]

Terza Regola della Comunicazione

Spesso in queste transazioni si usano parole che sembrano provenire dallo Stato dell’Io Adulto, mentre il tono di voce, la postura e tutto il resto della comunicazione non verbale suggerisce una comunicazione tra Genitore e Bambino. L’effetto che ottengono è quello dato dal livello non verbale di comunicazione, sempre più potente di quello verbale.

La terza regola della comunicazione dice infatti che l’esito della comunicazione è determinato dal livello psicologico (non verbale) delle transazioni.

Non preoccuparti se non ti è chiarissimo tutto questo: sembra complicato all’inizio ma se con la pratica diventa molto semplice.

(Anche quest’ultima frase è un esempio di transazione ulteriore: io mi sto rivolgendo con il mio genitore affettivo al tuo stato dell’Io Adulto, e contemporaneamente con l’intenzione accolgo il tuo stato dell’Io Bambino che in questo momento forse sta pensando che è tutto un gran casino.)

Prova così

Ripercorri alcune conversazioni che hai avuto nelle ultime 24 ore

  • che Stati dell’Io erano coinvolti?
  • che tipo di transazioni erano?
  • c’erano messaggi nascosti?
  • che sensazioni hai provato?

Prova a non giudicare la comunicazione, ma a utilizzare queste transazioni come un allenamento per diventare più consapevole del tuo modo di comunicare.

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