Qualche giorno fa ho ricevuto una consulenza da parte di una professonista. Avevo difficoltà nello spiegarle il mio problema, e lei aspettava in silenzio che io provassi a trovare le parole giuste per farlo. Ogni tanto faceva qualche domanda per capire meglio, e per aiutarmi prima a capire e poi ad arrivare dove volevo arrivare. Non mi interrompeva, non interveniva a meno che non fossi io a chiederlo, non mi dava consigli.
Alla fine dell’incontro io avevo esposto il mio problema e siamo uscite con le idee chiare su come procedere per il futuro.
Lei ha parlato pochissimo. Io tantissimo. Mi sono sentita accolta e ascoltata come poche volte è capitato in una consulenza.
Ascoltare è il primo strumento che ci mette in relazione con l’altra persona, saperlo fare bene è fondamentale, al lavoro come in ogni altro aspetto della vita.
Le barriere all’ascolto
A volte ci viene spontaneo intervenire con alcune transazioni che possono bloccare la fluidità dell’esposizione. Questo nostro intervento può essere controproducente perché, come nella citazione iniziale, parlando portiamo qualcosa di noi stessi nella conversazione.
Iniziamo vedendo intanto cosa NON È ascoltare
Ascoltare non è suggerire una soluzione
- Non è consigliare
- Non è fare la predica, rimproverare
- Non è dare la soluzione
- Non è fare argomentazioni logiche
“Però se ti comporti così…
“Anche a me è capitata la stessa cosa: ho fatto così e così…
Ascoltare non è giudicare
- Non è valutare
- Non è definire, etichettare
- Non è interpretare, analizzare, diagnosticare
- Non è interrogare
“Eh, ha detto così perché quando era bambin*…
“Ma quando ti ha fatto quello tu come gli hai risposto?
Ascoltare non è cancellare il problema
- Non è apprezzare, lodare
- Non è rassicurare, consolare, sostenere
- Non è distrarre, fare ironia, cambiare argomento
“Dai, che non è niente, poi passa…
“Ma non è vero, sei bravissim*!
“Guarda quante cose belle hai intorno…
Quello che dobbiamo fare è lasciare che sia l’altra persona a esporre, perché è lei la protagonista dell’evento.
E ora vediamo invece come fare ad ascoltare davvero.
L’ascolto passivo: la prima fase
Per ascoltare e far sentire l’altra persona ascoltata si usa prima di tutto il linguaggio non verbale:
- guarda negli occhi chi sta parlando (se per te non è un problema)
- cerca di capire qual è la modalità non verbale che ti fa sentire a tuo agio e fa sentire a tuo agio chi parla e adottala (spesso è la stessa che usa chi sta parlando con te): annuire, dire di sì, sorridere, protendere il corpo verso la persona, …
- se sei online punta la telecamera verso di te e guarda verso la telecamera
Fai attenzione:
- non guardare il cellulare (ma lo sto davvero scrivendo?!) e evita di guardare troppo spesso l’orologio, cerca di non sbadigliare
- se sei online non guardare i social mentre l’altra persona ti sta parlando (ma lo sto davvero scrivendo?!), chiudi tutte le app che ti mandano notifiche
Io sono ok, tu sei ok
Ascoltare è dare valore all’altra persona tanto quanto a noi.
È sospendere il giudizio e tenere presente che esistono altre realtà emotive e cognitive oltre alla nostra, ma tutte le persone hanno lo stesso valore.
Per indicare questo concetto in Analisi Transazionale si usa la frase Io sono OK, tu sei OK.
Vuol dire che chi ascolta, anche se in quel momento è in posizione privilegiata perché magari è un consulente e quindi magari ne sa di più, non vale di più di chi sta esponendo il problema. Semplicemente, appunto, ha probabilmente più competenza in quel campo.
Tieni presente questo concetto quando sei in posizione di ascolto. Siamo tutti OK, vedrai come cambia la prospettiva.
Ascolto attivo
L’ascolto non è per forza solo silenzioso, ci sono anche dei modi per aiutare chi sta parlando a spiegarsi meglio, ad arrivare dove vuole arrivare senza interferire mettendoci del nostro. Come si fa?
- puoi riassumere, cercando di usare gli stessi termini di chi ha parlato, ma meno parole
- puoi chiarire, usando frasi come “se ho capito bene…”
- puoi parafrasare, ripetendo gli stessi concetti, con parole diverse
Per ascoltare in modo efficace coinvolgi almeno due Stati dell’Io con delle transazioni ulteriori.
- Ascolta i contenuti del discorso con lo Stato dell’Io Adulto
- Accogli le emozioni con lo Stato dell’Io Bambino
E tu, come ascolti? Conosci qualcuno che ti sa ascoltare così?
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