una persona con i capelli molto corti che sorride guardando alla sua destra. In basso la scritta: riconoscere la felicità e prendersene cura

E vissero felici e contenti è il finale di (alcune) fiabe, non il racconto di una vita.

La verità è che la felicità per sempre non esiste, ma di questo immagino sarai già cosciente.

Ma allora? Cosa vuol dire essere felici? E soprattutto: come si fa ad esserlo?

I gradi di felicità

La felicità non è una sola: sono tanti tipi diversi e con gradi diversi di coinvolgimento.

Nel taoismo (i cinque movimenti, quella cosa di cui parlo sempre!) è di solito associata al movimento Fuoco e la sua energia può essere dirompente o contenuta.

C’è felicità assoluta e accecante, e c’è la gioia tranquilla.

Nessuna delle due è migliore dell’altra, sono semplicemente diverse, e possiamo imparare a riconoscerle.

Il momento di felicità assoluta è fantastico

Quando lo si prova l’intero essere è annullato nell’emozione, e per qualche istante si è completamente ostaggio della felicità

In quei momenti la nostra energia Fuoco è altissima e tutto il nostro corpo è focalizzato nell’emozione, saremmo in grado di accendere una lampadina mettendola in bocca, come lo zio Fester.

L’hai mai provata una felicità così? Spesso è collegata a momenti importanti della propria vita, ma non sempre. A me ogni tanto sembra stia per scoppiare il cuore guardando un tramonto, per esempio. 

Pericoloso? Sì, e no.

Sì se non riconosciamo altra felicità che questa. 
Per ovvi motivi (anche di dispendio energetico) non possiamo vivere sempre in questo stato, perché ci consumeremmo (ci vuole tantissima energia Legno, e dove la troviamo se siamo impegnate a farci un trip di felicità?). Inoltre in questo stato non siamo in grado di ragionare bene, con quest’emozione così forte che ci sta assorbendo.

No se siamo coscienti che stiamo provando un’emozione forte e temporanea.
Renderci conto che quel preciso momento è un momento di grandissima felicità ci serve, perché possiamo spiegarci cosa sta succedendo (mi sento il cuore esplodere: è perché sono felice, non perché sto per avere un infarto), perché possiamo sapere che avremo qualche istante di blackout (per l’appunto: in quei momenti siamo solo felici) e perché vivaddio, ce lo possiamo godere!

Il momento di gioia tranquilla è importante

Qualche anno fa ho lanciato il tag #sorridoconpoco su instagram. L’ho fatto per provare che spesso la normalità è felice.

Guardarsi attorno ed accettare di essere felici anche di avere un divano e potercisi sedere sopra con un gatto e una persona cara.
O magari anche stare in solitudine su una sedia a meditare, o per terra in un prato, o in piedi dove ti pare a te. Le papere nel laghetto. Un lenzuolo rosso steso al sole. I mandarini arancioni sull’albero verde. Un cane, la coccinella, un libro.

Anche la gioia tranquilla è felicità.

Allenarsi a riconoscere la felicità

Mammamia Kurt, quanto sei citato! Ma perché è importante, quando si è felici, farci caso.

Anche quando è felicità tranquilla. 

L’allenamento a riconoscere la felicità ci dà modo di vivere meglio anche quei momenti in cui c’è la tristezza

Ad accettare che prima o poi torneremo a essere felici, anche se sembra impossibile e a volte non sembra nemmeno giusto.
Eppure a un certo punto qualcosa accenderà quella scintilla di Fuoco nel nostro Metallo di tristezza, e ci accorgeremo che è ora. Possiamo sorridere di nuovo.

E tu che ne pensi della felicità? La alleni? Raccontami come fai e se vuoi vieni a osservarla con noi alle meditazioni spettinate su Instragram: questo mese è dedicato proprio alla felicità.