Ogni volta che prendo il treno, prima di scendere le scale per arrivare al binario, faccio una brevissima pausa e tolgo le mani dalle tasche. Sempre.

Lo faccio in quel modo, con la pausa e tutto, perché nella mia testa sento la voce bassa e un po’ burbera di mio nonno che dice “se non togli le mani dalle tasche prima di scendere le scale cadi e ti rompi tutti i denti.”

E quindi io ubbidiente ascolto il nonno e lo faccio.

Come funzioniamo?

Cosa ci muove nel mondo?

In questo articolo ti parlo di regole e figure genitoriali, intuitività e spontaneità bambina, e razionalità e consapevolezza adulta. Queste tre forze sono costantemente in dialogo tra loro, ci permettono di comunicare con le altre persone, provare emozioni e saper reagire correttamente agli stimoli del presente. È grazie a queste forze che ci muoviamo nel mondo.

Il modello degli stati dell’Io

Noi esseri umani siamo degli insiemi di emozioni, pensieri e azioni che cambiano costantemente. Eric Berne, il padre dell’Analisi Transazionale, ha teorizzato tre modalità in cui possiamo presentarci nel mondo e comunicare questi insiemi, e li ha chiamati Stati dell’Io.

Ogni Stato dell’Io dipende da come siamo stati bambin* e da come erano le nostre figure genitoriali.

Te lo spiego riprendendo l’esempio iniziale del nonno, delle scale e dei denti.

 

  • Quando ci comportiamo, pensiamo e sentiamo in modo molto simile a quello di quando eravamo bambini siamo nello stato dell’Io Bambino (o nel Bambino). – Io, che mi sento spaventata dalla possibilità di perdere TUTTI i denti e tolgo le mani dalle tasche, ripetendo gesti e provando le stesse emozioni di quando ero bambina.
  • Quando ci comportiamo, pensiamo e sentiamo in un modo copiato da una figura genitoriale (i genitori, i nonni, gli insegnanti, i tutori o qualsiasi altra figura si sia anche momentaneamente presa cura di noi quando eravamo bambini) siamo nello stato dell’Io Genitore. – Io, quando dico a te di togliere le mani dalle tasche per fare le scale, che è pericoloso!
  • Quando ci comportiamo, pensiamo e sentiamo in risposta a quello che ci succede intorno, utilizzando le risorse personali che fanno di noi persone adulte, siamo nello stato dell’Io Adulto. – Io e te, sicuramente in tante altre occasioni

In Analisi transazionale per rappresentare gli stati dell’Io si usa questo schema, che si chiama GAB (Genitore – Adulto – Bambino).

Durante la giornata passiamo continuamente da uno stato dell’Io a un altro, quasi sempre senza rendercene conto. Per la maggior parte del tempo teoricamente dovremmo restare nell’Adulto, usando la razionalità e le emozioni derivate direttamente dalla realtà quotidiana, lasciando emergere gli altri due Stati quando siamo sottoposti a stimoli specifici che per qualche motivo ci riportano indietro (come me sulle scale, per esempio)

  • Stare nell’Adulto ti serve per tutte le situazioni contingenti, che richiedono razionalità, logica ed emozioni efficaci nel qui e ora 
  • Stare nel Genitore è efficace quando devi spiegare, insegnare o supportare: spiegare al tuo cliente come hai risolto la questione in sospeso, tenere per mano il tuo bambino mentre cammina per strada, incentivare tua figlia a trovare da sola la dimostrazione al teorema di matematica
  • Saper stare nel Bambino è fondamentale per poter contattare l’intuito, la creatività e la spontaneità, e per reagire automaticamente a regole che ti fanno stare in società: gioire di una coccinella che si posa sulla tua mano, abbracciare forte un amico, dire “per favore” “grazie”.

Stati dell’Io e dialogo interno

Il dialogo interno è la comunicazione che avviene tra i tre stati dell’Io, come se potessero parlare tra di loro. Ecco l’esempio del nonno e delle scale.

Nell’esempio del nonno e delle scale, il mio dialogo interno è fatto da 

  • me, che nello stato dell’Io Genitore mi dico anche in modo un po’ autoritario – come lo faceva mio nonno! – di togliere le mani dalle tasche (pensiero), 
  • sempre me, nello stato dell’Io Bambino, che ho paura (emozione) di perdere i denti e di venire rimproverata e senza fiatare libero le mani (azione), 
  • un breve momento di razionalità Adulta in cui sorrido, perché mi rendo conto che se ho ancora tutti i denti probabilmente è grazie a quel burbero di mio nonno.

Tocca a te: osserva i tuoi stati dell’Io

Ripensa alle ultime 24 ore, ricorda qualche episodio che ti è accaduto e prova a chiederti in che stato dell’Io l’hai vissuto.

Per distinguere l’Adulto dagli altri stati dell’Io puoi tornare alle sensazioni che provavi mentre agivi:L’emozione che hai provato è stata abbastanza intensa? ripensandoci ora ti viene in mente un episodio simile accaduto quando eri una bambina? In questo caso probabilmente eri nello stato dell’Io Bambino

  • Hai usato parole simili a quelle usate dai tuoi genitori o dai tuoi insegnanti? Hai dato delle regole di vita? Hai usato proverbi? Allora è molto probabile che fossi nello stato dell’Io Genitore.

Puoi, con il tempo e l’esperienza, riconoscere il tuo dialogo interno. Si può capire quando ci si parla da Genitore (e da Genitore amorevole o meno – in AT si dice Genitore Positivo o Negativo) o da Bambin* e, sempre con il tempo e l’esperienza si può anche modificare il dialogo interno. È una cosa che si fa con più serenità facendosi aiutare da un* counselor o un* psicolog* o psicoterapeut*.

Nella comunicazione tra due o più persone usiamo gli stessi meccanismi che avvengono nel dialogo interno: mettiamo cioè in rapporto gli Stati dell’Io. Solo che lo facciamo tra Stati dell’Io di persone diverse. Un po’ più complicato, sì, e infatti ne parlerò in un altro articolo 🙂 

Se vuoi approfondire questo argomento puoi iscriverti alla prossima edizione del webinar gratuito Costruire Comunicazione: parlerò proprio di Stati dell’Io e ci sarà anche uno spazio per le domande!