In giapponese la parola shoshin indica la mente del principiante. E nella prefazione del suo libro Mente zen, mente di principiante Shunruy Suzuki scrive “nella mente del principiante ci sono molte possibilità, in quella dell’esperto ce ne sono poche”.
La mente originale, pura è considerata completa e autosufficiente, ma non per questo chiusa: semplicemente pur non avendo bisogno di niente è pronta a ricevere qualsiasi insegnamento.
È contemporaneamente vuota e piena.
Avere la mente del principiante significa essere prontə ad accogliere e assimilare le novità senza aspettative. Avere una mente curiosa, attenta, in cui i pensieri del passato e del futuro non si soffermano a lungo, ma passano e vanno, per lasciare spazio all’osservazione del presente.
Questa è la mente vuota a cui ci si riferisce quando si dice, durante la meditazione: libera la mente, o immagina un muro bianco.
Come si coltiva la mente del principiante?
Facendo attenzione alle cose che diamo per scontate: dando loro ogni volta una possibilità per essere diverse da come ce le ricordiamo.
Ascoltando la parte bambina di noi, quella dei continui perché e della meraviglia per una foglia verde.
Sollecitando la curiosità: lasciandoci la possibilità di comportarci in modo diverso di fronte a situazioni simili. Cercando nuovi parametri da osservare per fare le nostre scelte.
Sbagliando meglio, in modo – ancora una volta – più curioso. Sfruttando gli errori per imparare qualcosa di nuovo, di noi stessə o della situazione.
Perché è importante?
Mantenere la mente del principiante anche quando si è espertə libera da preconcetti e pregiudizi sulle situazioni e anche sulle persone.
Noi esseri umani tendiamo a replicare quello che ha già funzionato in situazioni simili, eppure molto spesso la probabilità che due eventi finiscano nello stesso modo è la stessa che prendano due strade completamente differenti.
Con la mente libera questo non avviene: possiamo esplorare con libertà altre soluzioni, aprirci ad altri risultati.
E così anche con le persone: eliminando aspettative e pregiudizi sull’altrə da noi possiamo osservare i cambiamenti (o le costanti) senza sovrapporci stress e ansie.
Questo non vuol dire che ogni volta dobbiamo reinventare la ruota oppure che dobbiamo subire incessantemente angherie da parte di persone che si comportano male nei nostri confronti: possiamo però sperimentare nuove strade, che magari ci porteranno da altre parti con risultati migliori.
Come praticare la mente del principiante?
Per svuotare la mente ti consiglio di iniziare dalla meditazione, per sentirla nel corpo
- Siediti in una posizione comoda, con la schiena dritta. Va benissimo anche la sedia. Appoggia i piedi per terra
- Presta attenzione al tuo corpo e poi al tuo respiro. Prova ad ascoltarli
- Quando ti accorgi che stai pensando, o che sei da tutt’altra parte rispetto al tuo corpo e al tuo respiro, semplicemente osserva che te ne sei accortə
- Prova a lasciar andare ogni pensiero su cosa dovrebbe essere o come dovrebbe funzionare. Prova a osservare solo quello che c’è: com’è il tuo respiro, ora. Senza pensare a come lo vorresti o come potrebbe essere o a quello che potrebbe accadere.
Ripeti questa pratica tutte le volte che serve
E poi ripeti questi passaggi, tutte le volte che decidi di provarci. Osserva quello che accade: ogni volta che vedi passare i tuoi pensieri o la tua immaginazione prova a lasciar andare e guarda cosa c’è qui, ora. Ogni tuo respiro.
E poi osserva cosa accade se porti questo atteggiamento fuori dalla meditazione. Prova a avere la mente shoshin quando vai a fare una passeggiata e osservi quello che hai intorno come se lo vedessi per la prima volta.
Quando sei con una persona e la vedi per com’è e non per come te la immagini o per come te la ricordi.
Lasciati stupire, permettiti la curiosità dell’osservazione senza preconcetti o pregiudizi. Inizia da te nei tuoi confronti, e poi fallo anche nei confronti delle altre persone.
Questo è quello che richiede la pratica: inizia da te e lascia che la mente del principiante tracimi fuori dalla meditazione.
Con un sorriso, la gentilezza e la gratitudine.
Sapendo che tutto è quello che hai davanti agli occhi, non quello che immagini o ricordi che è stato.
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