Visto che ognuno di noi ha in sé un condominio il cui amministratore (lo Stato dell’Io Adulto) cerca continuamente di mediare tra gli occupanti (gli Stati dell’Io Genitore e Bambino), possiamo immaginare il delirio che avviene quando cerchiamo di comunicare con un’altra persona.

Poi uno si chiede perché ci sono le guerre.

In questo articolo parleremo di come possiamo stabilire con l’altro una comunicazione il più possibile aperta e senza giudizio, come quella che vorremmo mantenere nel nostro condominio dialogo interno.

La soluzione è questa: stabilire un contatto empatico tra i due Stati dell’Io Bambino, cercare di mantenere un livello di comunicazione Adulto-adulto, integrando gli altri due Stati dell’Io nel qui e ora.

Facile, no? No, infatti, ma se siamo qui ci vogliamo provare.

Come funziona la comunicazione

Faccio un cappello introduttivo sulla comunicazione in analisi transazionale, se conosci già tutto salta direttamente più sotto.

La comunicazione è composta da transazioni (cioè scambi di messaggi tra individui) e si disegna mettendo due GAB affiancati e usando le frecce per indicare la direzione delle transazioni (lo stimolo e la risposta).
(Una nota: per brevità durante la spiegazione ometterò la dicitura Stato dell’Io davanti a ogni Stato)

Transazione complementare

Transazione incrociata

Transazione ulteriore

Transazioni complementari

Questa è una transazione di tipo complementare

  • “Che ore sono?” “Le tre” (Adulto – Adulto)
  • “Hai di nuovo preso 3 in matematica!” “Eh, sì, sono proprio scarsa” (Genitore – Bambino)
  • “Mi faresti un massaggio al collo?” “Ma certo, siediti qui comoda” (Bambino – Genitore)
  • “Poi ci facciamo una pausa caffè?” “Vai, io porto i cioccolatini” (Bambino – Bambino)

Queste transazioni graficamente sono parallele: le due frecce non si incrociano.

La sensazione che producono tra i due interlocutori è di relativa serenità: ognuno risponde esattamente come ci si aspetta, non ci sono sorprese: la risposta viene dallo Stato dell’Io interpellato da chi inizia la transazione.

Secondo la prima legge della comunicazione sono transazioni che continuano finché uno dei due non cambia Stato dell’Io.

Transazioni incrociate

Una possibile ripresa della comunicazione dopo la transazione incrociata

Nella seconda immagine le transazioni sono di tipo incrociato

  • “Che ore sono?” “È ora di fare i compiti!” (stimolo: Adulto-Adulto, risposta: Genitore-Bambino)
  • “Mamma, ho di nuovo preso 3 a matematica, sono un’incapace” “No, non sei incapace: vai male in matematica” (stimolo: Bambino-Genitore, risposta Adulto-Adulto)
  • “Mi faresti un massaggio al collo?” “Uffa, devo sempre essere io a fare i massaggi a te…” (stimolo: Bambino-Genitore, risposta: Bambino-Bambino)

Queste transazioni sono diverse perché la risposta viene da uno SdI diverso da quello stimolato. La seconda regola della comunicazione dice che in questo caso nella comunicazione avviene un’interruzione.

La sensazione che si prova va dal leggero disagio alla grande arrabbiatura.

  • “Che ore sono?” (A-A) “È ora di fare i compiti” (G-B)

Per ristabilire la comunicazione è necessario che uno dei due cambi Stato dell’Io da cui comunica

  • “Ma se è presto io volevo giocare prima un po’ alla Play!” (B-G, la comunicazione ritorna complementare, e come potete immaginare può continuare all’infinito)

 

Transazioni ulteriori

Nella terza immagine c’è l’esempio di una transazione ulteriore: a livello verbale (linea continua) c’è un messaggio, mentre un altro passa a livello non verbale, nascosto (la linea tratteggiata)

  • “Come puoi migliorare la tua situazione in matematica?”
    [A livello verbale è una transazione Adulto-Adulto, mentre il messaggio psicologico che passa è Adulto-Bambino: esiste una soluzione, troviamola”]
    Possibile risposta (dal Bambino, che cerca un modo non doloroso per migliorare): “Posso andare a studiare con Lucia che prende sempre 9 o 10?”
  • “Come stai bene con questo vestito!”
    “Anche tu, sei sempre così originale
    [Il messaggio verbale è una transazione Adulto-Adulto , il messaggio nascosto invece potrebbe essere Genitore-Bambino: “sei vestita come sempre nel modo sbagliato rispetto al contesto”]

Spesso in queste transazioni si usano parole che sembrano provenire dallo Stato dell’Io Adulto, mentre il tono di voce, la postura e tutto il resto della comunicazione non verbale suggerisce una comunicazione tra Genitore e Bambino. L’effetto che ottengono è quello dato dal livello non verbale di comunicazione, sempre più potente di quello verbale.

La terza legge della comunicazione dice infatti che l’esito della comunicazione è determinato dal livello psicologico (non verbale) delle transazioni.

Non preoccuparti se non ti è chiarissimo tutto questo, è complicato all’inizio ma poi diventa più immediato.

(Altro esempio di transazione ulteriore: io mi sto rivolgendo con il mio genitore affettivo al tuo stato dell’Io Adulto, e contemporaneamente con l’intenzione accolgo il tuo stato dell’Io Bambino che in questo momento sta pensando che è tutto un gran casino)

Come diciamo le cose è più importante di cosa diciamo

La terza legge della comunicazione è probabilmente la più importante, e ci dice che come ci parliamo avrà sempre un effetto più forte del cosa ci diciamo.

Per poter essere dei comunicatori efficaci, quindi, dobbiamo lasciare spazio allo Stato dell’Io Bambino, che ci permette di stare in contatto con le nostre emozioni e, con l’allenamento, anche con le emozioni del nostro interlocutore.

Come si fa?

Dandoci fiducia, con la pazienza, la gentilezza e l’allenamento.

Sappiamo che abbiamo di fronte a noi una persona, che come noi si porta dietro un condominio in assemblea: teniamone conto. Cerchiamo di comunicare ascoltando le sensazioni che sentiamo nel nostro corpo, e pensando che in parte potrebbero essere le stesse che prova il nostro interlocutore.

 

La comunicazione empatica

No, non stiamo parlando di telepatia o di pratiche esoteriche.

  • Osserviamo l’altro, guardiamone la postura, lo sguardo, le espressioni.
  • Chiediamoci che emozioni stiamo provando noi, e che emozioni potrebbe provare chi è di fronte a noi.

In questo modo instauriamo una comunicazione non verbale tra il nostro Stato dell’Io Bambino e quello dell’altra persona.

Ecco cos’è la comunicazione empatica.

Se riusciamo a mantenere questo collegamento sarà molto più facile farci capire, perché il messaggio non verbale è più forte, e ci farà da base per tutto il resto della conversazione.

 

Una volta stabilito questo contatto empatico dobbiamo però continuare la comunicazione, e lo possiamo fare chiedendoci:

  • da che Stato dell’Io stiamo comunicando?
  • verso quale Stato dell’Io ci stiamo rivolgendo?
  • qual è il nostro scopo?
  • è la scelta più efficace?

È un continuo lavoro di mediazione: sento le mie sensazioni, osservo l’altra persona, ascolto le sue parole. Decido le mie, rispondo, e di nuovo la osservo e mi ascolto.

No, non è facile, ma ci sono alcune persone per cui vale la pena fare un po’ fatica e con cui è importante imparare a comunicare davvero bene.

In due: una proposta per una comunicazione di coppia più efficace

La situazione più a portata di mano e al contempo anche una delle più delicate su cui fare esperienza, è quella del rapporto di coppia. La persona con cui stiamo condivivendo parte della nostra vita è forse una di quelle con cui è più importante comunicare bene, e con cui è molto delicata la gestione delle incomprensioni, dei non detti, delle comunicazioni incrociate e delle ulteriori.

A meno di non essere davanti a un terapeuta, non è ovvio mettersi a tavolino e fare gli schemini quando non ci si capisce o si vuole imparare a capirsi meglio, per questo ho pensato a una serie di incontri in cui sperimentare una comunicazione più empatica (cioè tra i due Stati dell’Io Bambino).

In due è un corso di cinque incontri di due ore ciascuno in cui partiamo dalla modalità di comunicazione empatica più antica e immediata, cioè il tocco e il corpo – e noi lo faremo con tecniche di shiatsu e self shiatsu – e poi traduciamo verbalmente quello che è avvenuto tra le pance, anche con gli schemini se necessario.

Ne vengono fuori coppie più affiatate, che sanno ascoltarsi e si conoscono un po’ di più – anche se si conoscevano già da tanti anni – che sanno affrontare insieme i momenti di cambiamento e li vedono come opportunità di crescita per la coppia, oltre che per l’individuo.

Coppie che litigano, sicuramente, ma che anche quando litigano lo fanno in modo costruttivo.

Coppie che si prendono cura di loro stesse, a volte anche solo con un massaggio al collo, a volte con quello e una bella discussione.

Scopri come funziona In due

Il corso di comunicazione per coppie, con shiatus e self shiatsu

p.s. Il 28 ottobre c’è una presentazione gratuita!